Matteotti martire della libertà e della democrazia del nostro Paese

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Intervento alla Camera dei Deputati sulla commemorazione di Giacomo Matteotti.

Signora Presidente, signora Laura, care colleghe e cari colleghi, 91 anni fa, esattamente in quest’ora, Giacomo Matteotti veniva rapito e ucciso, mentre il suo corpo sarà trovato esattamente alla metà del mese di agosto. Da quel momento Matteotti divenne uno dei grandi martiri della libertà e della democrazia del nostro Paese.

Pochi giorni prima, come lei ha ricordato, proprio da questi scranni Matteotti aveva pronunciato un durissimo atto di accusa verso il fascismo e le violenze che avevano segnato l’elezione di due mesi prima. Quell’atto d’accusa, a pensarci bene, fu innanzitutto un grande atto di fede verso la funzione del Parlamento, malgrado, o meglio, proprio in ragione del fatto che la grande maggioranza parlamentare di quel Parlamento era espressione di quelle forze che avevano alimentato quel clima di violenza e di intimidazione.

L’omicidio rappresentò la prima grande crisi del nascente regime fascista e, purtroppo, l’ultima occasione per provare a fermare quella deriva morale, civile e istituzionale che ci avrebbe consegnato, fino al suo tragico epilogo, un ventennio di dittatura. Fu un’occasione persa, come sappiamo, per le responsabilità, le complicità, l’ignavia di troppi e anche per le divisioni e la debolezza di chi provò a fermarla, senza riuscirci, stando dalla parte giusta a quella deriva.

Il discorso di Mussolini del 3 gennaio dell’anno seguente e le decisioni contro le libertà che vennero prese quel giorno, a partire dalla libertà di stampa, segnarono la fine di quella speranza.

Matteotti era parlamentare da tre legislature, eletto per la prima volta nel suo Polesine nel 1919. Era un pacifista durante la guerra di Libia, neutralista durante la Prima guerra mondiale, uomo vicino al mondo del lavoro e alle lotte dei lavoratori, socialista riformista e intransigente, di forti principi morali. Ebbe un grande atto di fede con la sua spezzata vita a soli 39 anni nei confronti della libertà e della democrazia, quella fede a cui tutto il Partito Democratico, ancora oggi, ancora una volta, rende omaggio e che, attraverso tante prove durissime, ci avrebbe portato alla rinascita del Paese, a una Costituzione democratica, a questo Parlamento della Repubblica.

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