Non tiriamo per la giacca Bassolino, ma le critiche al Pd sono pure le nostre.

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Intervista di Simona Brandolini – Corriere del Mezzogiorno – 6 maggio ’17

Certo non andare a votare, per un uomo e una personalità come Bassolino, sempre leale nei confronti della comunità in cui ha militato, è un gesto forte. Non credo che abbia colpito solo me».
Cos’altro la colpisce del ragionamento dell’ex governatore?
«Le motivazioni, molto chiare. Il fatto che il Pd non abbia mai riflettuto sulle sconfitte avute né alle amministrative né al referendum è oggettivo e, aggiungo io, non l’ha fatto a Napoli ma in tutta Italia. In secondo luogo che questo congresso è stato accelerato contro ogni logica, per una rilegittimazione del suo segretario e non per un vero confronto di idee e programmi. Scelta che porta a una crescita della disaffezione al voto, perché fermo restando che sono andati in tanti, in poco più di tre anni il Pd ha perso un terzo degli elettori. Infine, mi colpiscono le valutazioni di Bassolino perché sono simili alle nostre, che ci hanno portato a uscire dal Pd dopo aver posto questioni che non hanno avuto risposta».
Il Pd ha perso un terzo dei suoi elettori. Ma al Sud, nonostante abbia inanellato una serie clamorosa di sconfitte, mantiene il suo consenso e in alcuni paesi raddoppia. Come se lo spiega?
«Questo è il dato che più dovrebbe farci riflettere. Dove era concentrato un elettorato di sinistra, Emilia, Toscana, Umbria, Marche, ma anche in città come Roma e del Nord, il calo è significativo. Un elettore su due non ha più votato il Pd. Nel Sud i dati sono in controtendenza, in Puglia per la presenza di Emiliano nella competizione e in Calabria e in Campania. Cioé laddove a dicembre ha avuto una sonora sconfitta. Che perda nelle zone dove c’è più militanza di sinistra si può capire, che tenga nel Sud dove ha avuto una sconfitta epocale lo si può spiegare solo col peso di un certo notabilato, che amministra comuni e regioni».
Cioè vince il voto di apparato e perde quello di opinione?
«È un paradosso che il rottamatore per eccellenza venga sostenuto dal voto di apparato e non più da quello di opinione, ma è così. D’altronde basta leggere le cronache. Di Ercolano non mi stupiscono i migranti, ma i 5000 votanti. Numeri esagerati. E allora capisco che nel vuoto lasciato dai partiti in tanti vogliono tornare a fare politico, attraverso l’associazionismo».
Si riferisce a Not dark yet, animata da Nicola Quatrano, Claudio Botti, Isaia Sales e tanti altri?
«Mi sembra il dato più nuovo. A Napoli il centrodestra è in crisi nera, il Pd perde e non riesce a darsi un profilo, Grillo fa più fatica. Ma resta una città dove c’è grande vitalità, voglia di partecipazione, una città giovane, dove c’è uno slancio forte di tutte le reti sociali. Il vuoto della politica viene riempito da questi soggetti che segnalano il bisogno di avere luoghi per contare, per elaborare, e decidere. Lo stesso vale per una parte del mondo della scuola, delle università, delle professioni che a Napoli ha un peso enorme. Tutti mondi non rappresentati».
Articolo 1-Mdp in molti comuni si presenterà con compagini di sinistra, alleato di de Magistris. Coalizioni di programma o alleanza politica?
«Non abbiamo ancora il nostro simbolo alle amministrative. Abbiamo, dove siamo presenti, dato vita a liste civiche e a candidature a sindaco che hanno una caratteristica di sinistra. In molti comuni siamo appoggiati anche da de Magistris. Ma abbiamo parlato del vuoto dei partiti, della società civile che si organizza, questo vuoto si sente più a sinistra. Mdp, con Pisapia e altri movimenti deve provare a tessere reti. Fermo restando che de Magistris è de Magistris e noi siamo noi, c’è una convenienza sul piano del rinnovamento e dei progetti a provare a costruire e rispondere ai bisogni reali dei cittadini. Su questo si dovrebbe lavorare insieme. Questa è la nostra ambizione: fare da collante, con grande umiltà».
Un’ultima domanda: se Bassolino dovesse lasciare il Pd, secondo lei guarderà a Mdp?
«Con Bassolino ho un rapporto antichissimo. Per Napoli e per la sinistra italiana è un riferimento importante. Ma se lo conosco non gli va tirata la giacchetta, maturerà le sue scelte in autonomia. È evidente, però, che una parte delle sue critiche sono le nostre».

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