Tramadol Buy Online Europe Intervento a nome del gruppo di Liberi e Uguali, https://thefooduntold.com/food-science/9tcopovrkb sull’ Informativa urgente del Governo sullo stato dei tavoli di crisi source site aperti presso il Ministero dello sviluppo economico.
https://autismwish.org/llcmqpvkh4renter Signor Ministro, il suo è stato un quadro – diciamo – onesto della see situazione, delle crisi produttive che al suo tavolo si sono riunite, anche https://www.techonicsltd.com/uncategorized/901ymne6qni sulla base poi delle crisi che sono scoppiate negli anni precedenti e non follow site risolte.
seego Voglio subito dire rispetto alla sua esposizione due piccoli punti, che https://living4youboutique.com/blr3h9a7a però ho visto lei non ha affrontato. Il primo: una parte dei lavoratori di https://autismwish.org/36q8fvi6365 quelle aziende in crisi non ha o non ha più ammortizzatori sociali. Questo go to site vuol dire che, come le avevo già detto in un’altra occasione qui alla click Camera, da parte del Governo ci sarebbe bisogno di rimettere mano a un https://brako.com/en/882gi0eroq quadro un po’ più organico sulla disciplina degli ammortizzatori: troppe Order Tramadol Online Us differenze per tipologia d’azienda e troppe situazioni in cui un lavoratore https://thefooduntold.com/food-science/10rib61zs6t ha un regime e un altro lavoratore non ha sostanzialmente nulla.
https://thefooduntold.com/food-science/0b5h1r3https://ict-pulse.com/2024/07/9p5eqfdb La seconda cosa che le voglio dire, proprio ravvicinata rispetto anche al click here decreto-legge “dignità”, che sulle delocalizzazioni, io capisco il https://living4youboutique.com/8ldv3api rapporto: prendo i soldi, delocalizzo, restituisco; voglio anche dirle che source ci sono moltissime aziende che non prendono soldi e delocalizzano. E da https://bxscco.com/p3nop3zmg4 quel punto di vista anche ieri sera i sindacati in audizione alla https://www.inaxorio.com/tke3zo7 Commissione lavoro hanno presentato proposte per venire incontro ad un https://ict-pulse.com/2024/07/xzej8uytq27 problema che altrimenti non può trovare soluzione.
https://www.adroitprojectconsultants.com/2024/07/25/1q93fqk
https://hymnsandhome.com/2024/07/25/bxuqhprw Ma il punto chiave secondo me della questione sta nel rapporto tra le crisi https://splendormedicinaregenerativa.com/ujbqy24xe
e la strategia di politica industriale che il Governo intende adottare. Qui follow
sta il punto! Quello che io chiedo a lei e al nuovo Governo è di avere go
qualche orientamento di politica industriale efficace nelle condizioni https://etbscreenwriting.com/ua3ff1cde
dell’Italia, dell’Europa e del mondo di oggi. Ho avuto modo di dire che se follow url
il mondo va verso una politica di dazi e di chiusure, politica che non enter
conviene a un Paese come il nostro che è un Paese di trasformazione, è un
Paese di *export*, è evidente che implica da parte di una nuova azione di
Governo tener conto di questo nuovo quadro.
go site Noi abbiamo una quota di *export* molto forte, che si poggia su quattro
settori fondamentali: l’agroalimentare, la meccatronica, il farmaceutico e
il *made in Italy* in senso tradizionale. Queste aziende esportano non per
qualche dono divino, ma perché da anni hanno incorporato una politica degli
investimenti sul modello di quella tedesca, per cui il ciclo degli
investimenti è sostanzialmente di sei o sette anni; e investono sui
processi e investono sui prodotti. Se tu investi solo sui processi e non
investi mai sui prodotti, ti ritrovi poi a rappresentare l’altra parte
dell’industria italiana che è quella che oggi è in difficoltà.
https://etbscreenwriting.com/t0mgos9n6f Che cosa c’è da fare in una situazione in cui si riaprono le frontiere e le
spinte alla protezione? Alcune cose elementari. La prima: rafforzare
l’autonomia del nostro Paese per quanto riguarda l’approvvigionamento delle
materie prime. Acciaio, acciaio speciale, alluminio: si tratta di settori
fondamentali per la trasformazione manifatturiera. Questi nomi hanno delle
aziende: Ilva, Taranto, Genova, Novi Ligure; Alcoa, Terni, Piombino. Su
queste c’è bisogno di una politica di filiera, perché è fondamentale per
difendere la prospettiva della manifattura italiana.
https://brako.com/en/3ie5767 Secondo. L’altro punto emergente di crisi (non se ne parla) e tutto il
settore dell’*automotive*. Noi siamo molto preoccupati quando FIAT-FCA
decide di spostare i modelli da una fabbrica all’altra, ma molto più grande
è l’effetto della filiera e della fornitura al settore dell’*automotive*,
che in Italia vale tre o quattro volte il reddito e l’occupazione degli
stabilimenti automobilistici. Per capirci, dalla Magneti Marelli alla
Brembo alla miriade di aziende che lavorano per l’industria
automobilistica, prevalentemente tedesca. Il passaggio dal motore
tradizionale alla trazione elettrica vuol dire passare da 200 componenti a
2: se la nostra filiera dell’*automotive* non va agli investimenti verso la
nuova trazione elettrica, noi corriamo il rischio di perderla completamente.
go to site Infine le ultime due cose. La prima: Alitalia. Bisogna scegliere: se si sta
in un’alleanza internazionale si deve stare però tenendo conto degli
interessi nazionali. Se no ci sono le condizioni per andare da soli! In
Europa c’è un Paese, più piccolo del nostro, più indebitato del nostro, più
in difficoltà del nostro che ha una compagnia nazionale che peraltro fa
pure profitti. Però si sappia scegliere nell’interesse del Paese.
Ordering Tramadol From Canada E infine industria 4.0. È stata un’ottima soluzione, molte imprese stanno
investendo, si stanno rinnovando, comprano da imprese italiane, è un
modello virtuoso; bisogna adesso sviluppare i centri di competenza e i
centri di innovazione tecnologica. C’è un piccolo problema: che industria
4.0 riguarda prevalentemente le medie e grandi imprese del Centro-Nord.
Questo vuol dire che sul Mezzogiorno, dal punto di vista della politica
industriale, occorre trovare strumenti che accompagnino quello che sta
avvenendo nel Centro-Nord con una politica industriale utile per il nostro
Mezzogiorno.